Anche quest’anno Torino è diventata per una settimana il palco per stilisti emergenti di tutto il mondo. Protagonista anche di questa seconda edizione della Torino Fashion Week è la modest fashion, che potremmo definire una vera e propria rivoluzione della moda partita come qualcosa pensato per le ragazze del Medio Oriente fino ad arrivare in Occidente, creando così un mix di culture e di tradizioni che hanno dato una nuova vita al fashion system.
Molti sono gli stilisti che hanno sfilato sulla passerella torinese e ho avuto modo di intervistare alcuni di loro, ecco cosa mi hanno raccontato.
Diana Rikasari è la creatrice del brand Schmiley Mo, un marchio indonesiano dal mood divertente e bizzarro, abiti che si sovrappongono creando look sempre diversi. Molto colorata e simpatica anche la stilista, una bellissima ragazza che mi ha raccontato come è nato il suo amore per la moda.
Quando hai capito che avresti voluto lavorare nel mondo della moda?
Ho sempre amato la moda e a 18 anni ho deciso di studiare fashion. Nel 2011 ho creato il mio brand di scarpe e nel 2016 quello di abiti che rispecchia totalmente la mia idea di moda.
Qual è il tuo stile?
Ho uno stile casual in cui inserisco happy elements.
Che tipo di donne sono le tue clienti?
Sono donne a cui piace sentirsi giovani e felici.
C’è uno stilista che reputi un tuo punto di riferimento?
Karl Lagerfeld e Jeremy Scott ma il mio brand ha un’ispirazione che arriva direttamente da me.
Cosa hai imparato in questi anni?
Che tutto cambia. Ad ogni collezione e ad ogni fashion show sento di crescere ed è una cosa che mir ende felice.
Qual è il tuo sogno per il futuro?
Voglio continuare a fare la designer e continuare a diffondere il mio pensiero positivo.
Nasreen Elsayegh è la creatrice del brand Bow Boutique. Come in molto casi Nasreen ha iniziato creando gli abiti per se stessa finchè ha capito che le persone sarebbero state felici di acquistarli e così è iniziata la sua avventura.
Quando hai capito che avresti voluto lavorare nel mondo della moda?
Seguo la moda da sempre ma ho lanciato il mio brand 2 mesi fa. L’idea è nata dal fatto che nei negozi non riuscissi mai a trovare nulla che mi piacesse davvero e così ho iniziato a crearmi i miei abiti. Spesso venivo fermata per sapere dove li acquistassi e questo mi ha dato il coraggio di aprire il mio brand. Ho iniziato con le abaia, che è il copricapo che si usa abitualmente nel sud Arabia, trasformandolo in un oggetto colorato e con un tocco moderno.
Qual è il tuo stile?
Originale e colorato, caratterizzato dall’utilizzo di diversi materiali dai tagli originali.
Che tipo di donne sono le tue clienti?
Sono donne che vogliono indossare qualcosa di nuovo e di moderno.
C’è uno stilista che reputi un tuo punto di riferimento?
Mi piace lo stile colorato di Dolce & Gabbana. Mi piace come utilizzano le stampe e i materiale rendendo le donne molto femminili.
Cosa hai imparato in questi anni?
Ho imparato che è impossibile compiacere tutti e che ci sarà sempre qualcun pronto a criticare il tuo lavoro ma il mio brand rappresenta la mia idea di moda e spero che le persone possano capire tutto il lavoro che c’è dietro.
Qual è il tuo sogno per il futuro?
Che ogni donna araba possa avere la libertà di vestirsi come preferisce, pur rispettando le proprie tradizioni o la religione in cui si crede.
Carmen Muhammad è la creatrice del brand Al Nisa Design. L’incontro con lei è stato particolarmente intenso, per i temi affrontati e per il grande cuore di questa donna che mi ha veramente commossa.
Quando hai capito che avresti voluto lavorare nel mondo della moda?
Quando ero una ragazzina mi divertivo a vestire le bambole e mi ispiravo a mia mamma. Nella mia vita ho vissuto vite diverse: da ragazza ero una ballerina finchè a 14 anni mi sono convertita all’islam e per tutti è stato un trauma perchè non mi riconoscevano più. Io volevo seguire le regole della mia religione ma volevo anche essere simile ai miei amici e potermi vestire come loro, così ho iniziato a crearmi da sola gli abiti finchè questo è diventato il mio lavoro. Ora sono felice di far parte di questa rivoluzione portata avanti da donne come me stiliste del modest fashion.
Qual è il tuo stile?
Semplice ed elegante. La partecipazione più o meno attiva alla cultura islamica dipende anche da dove si vive, io vivo a Los Angeles quindi il mio stile è influenzato anche dal paese in cui vivo ma la ritengo una ricchezza perchè mi permette di mixare oriente e occidente. Il fatto di far crescere il mio brand in questo paese è una grande sfida per me.
Che tipo di donne sono le tue clienti?
Sono donne che vogliono unire la voglia di essere fashion al rispetto per le tradizioni della propria religione.
C’è uno stilista che reputi un tuo punto di riferimento?
Amo Chanel e il modo in cui rappresenta la donna, in modo elegante e raffinato. E’ la stesso obiettivo che ho con le mie collezioni.
Cosa hai imparato in questi anni?
Che nella vita bisogna essere tenaci. Le mie origini sono umili e ho dovuto crescere da sola i miei tre figli ma la fede mi ha aiutata molto e sono certa che Dio mi abbia aiutata a raggiungere il mio obiettivo.
Qual è il tuo sogno per il futuro?
Vorrei che le donne di ogni parte del mondo, di qualsiasi fede religiosa, di qualsiasi ceto sociale, comprendano l’importanza di questa rivoluzione che parte dalla moda e che si basa su ideali molto importanti per tutte noi.
Rossella de Palo
Credits foto copertina: Paolo Ratto