Dovremmo tutti fare molta più attenzione all’ambiente che ci circonda, non solo perchè è l’ambiente in cui viviamo ma anche perché è quello che lasceremo alla future generazioni. E’ sempre più urgente e necessario renderci conto di quanto sia importante vivere in maniera ecosostenibile. Ad aiutarci a vivere in questo modo c’è Daniela Re, un architetto specializzato in bioedilizia. Il suo obiettivo è quello di rispettare il rapporto che c’è tra uomo, edificio e ambiente, riducendo il più possibile l’impatto delle costruzioni sulla salute delle persone e sull’ambiente, attraverso l’utilizzo di materiali non nocivi.
Di cosa si occupa un architetto specializzato in bioedilizia?
Mi occupo di dare consulenze con lo scopo di migliorare l’efficienza energetica sia in caso di ristrutturazioni che in caso di realizzazione di nuove costruzioni. Il mio obiettivo è quello di porre particolare attenzione all’utilizzo di materiali naturali (calci, terra cruda, isolanti, ecc). La calce, per esempio, è un materiale che si usava fino agli anni ’60, prima dell’arrivo del cemento. Io cerco di reintrodurre l’utilizzo di questi materiali che fanno parte del nostro patrimonio artistico per impiegarli all’interno di ristrutturazioni e nuove costruzioni. Questo perchè la calce oltre ad essere un materiale traspirante, è anche molto più sano dal punto di vista della salute ed è un materiale eterno perchè non subisce danni, per questo motivo edifici costruiti centinaia di anni fa in calce, sono ancora in piedi!
Perchè, quindi, l’utilizzo della calce è stato sostituito con quello del cemento?
Perchè il cemento è più versatile e velocizza i tempi di costruzione, mentre la calce ha un’applicazione a regola d’arte il che rende il lavoro più complicato. Negli anni ’60/’70 la rivoluzione industriale ha introdotto l’utilizzo del cemento perchè più veloce da usare ma adesso ne subiamo le conseguenze perchè, a distanza di tempo, si è scoperto non essere durevole e in più non è sano.
Come ti sei avvicinata ad una settore così specifico dell’architettura?
Sono sempre stata attratta dalla bioedilizia e faccio parte di un’associazione culturale che si chiama Rete solare per l’autocostruzione che si occupa di promuovere in Italia la diffusione del solare termico, delle energie rinnovabili, dei materiali naturali e, in generale, ogni forma di condivisione e autoproduzione. Qui ho avuto la possibilità di lavorare nell’ambito dei progetti solari e di fare workshop inerenti a questo argomento. Adesso faccio consulenze per grossi cantieri e per privati e lavoro con ecovillaggi.
Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?
Il mio computer, una matita, fogli di carta e la cazzuola! Io sono un progettista ma quando faccio delle docenze e insegno alle persone che dovranno lavorare in cantiere, mi capita di fare assistenza all’esecuzione, quindi sono in grado di stendere un intonaco anche se non è il mio lavoro.
Qual è, fino ad oggi secondo te, il progetto più bello al quale hai partecipato?
Quello su cui sto lavorando adesso: il restauro di una casa rurale di montagna in Val Pelice: una casa in pietra con tutti gli intonaci in calce e il bagno in cocciopesto, un materiale che viene lavorato, steso e lisciato in modo da renderlo impermeabile e viene messo al posto delle piastrelle. In questa casa il rivestimento è in calce idraulica naturale e io ho curato la parte del risparmio energetico e la ristrutturazione, seguendo la filosofia della bioedilizia e del miglioramento energetico.
Quanto di te e della tua creatività puoi mettere nel tuo lavoro?
Quando mi occupo di bioedilizia il mio ruolo è una via di mezzo tra l’ingegnere e l’architetto e in questo caso la creatività sta nel trovare la soluzione migliore per quella casa, in modo che sia anche esteticamente gradevole. Mentre, quando mi occupo di realizzare ristrutturazioni o nuove costruzioni, la mia creatività sta nella realizzazione delle finiture, la posa dei colori, che componiamo sempre in cantiere, e la scelta dei materiali. Ci tengo a precisare che io non utilizzo premiscelati, al contrario, prendo singoli ingredienti e li faccio comporre in cantiere, in questo modo si ha un controllo totale della qualità del prodotto.
Cosa ti auguri per il futuro del tuo progetto?
Per il futuro vorrei lavorare avendo la possibilità di realizzare più progetti possibile con materiali naturali e incontrare sempre più competenza e attenzione delle persone per queste tematica.
Rossella de Palo
Tag:architettura, benessere, innovazione