Eccoci nuovamente a New York, in prima fila, alle sfilate delle collezioni che ci anticipano le tendenze del prossimo autunno inverno. Dato che tra un paio di mesi saremo alle prese con il cambio di stagione dei nostri vestiti vale la pena segnarsi cosa potete tenere e cosa è il caso di buttare dalla finestra.
Carolina Herrera ci consiglia di tenere tutti gli abiti da sera stile notte degli oscar, immagino ne abbiate gli armadi colmi. La donna di Carolina Herrera è un sogno: un concentrato di glamour e di eleganza che manco Audrey Hepburn. Le altezze sono perfette, le scollature non troppo profonde, gli orli non troppo corti, insomma un inno alla femminilità discreta ma incisiva. Del tipo: dov’è il mio maggiordomo?
Mi immagino Tommy Hilfiger pronto per una bella crociera, biglietti in tasca, valigia fatta e poi gli viene in mente ‘oh no ma io devo andare alla New York fashion week! E allora cosa fa? Sfoga la sua frustrazione per una vacanza per mari mancata realizzando un’intera collezione da personale di bordo di navi da crociera. In ogni abito c’è un accenno più o meno evidente dello stile marinaro: il blu, il bianco, il rosso, le righe orizzontali, le stampe con le ancore e i nodi sugli abiti. Speriamo che dopo questa sfilata si sia concesso una bella vacanza. Quali idee possiamo rubare da questa collezione? Bello l’abito in pelle con le maniche a palloncino e belli i pantaloni a vita alta con righe verticali abbinati con un maglione con i fiori. Da dimenticare, i completi in stile pigiama, basta con questi pigiami che poi i fashion blogger influencer trendy di tutto il mondo si sentono fighi ad andare in giro con queste cose improponibili e da dimenticare il calzino corto con la scarpa e il vestito. Facciamo un bel respiro e ripetiamo tutti insieme: non metterò mai i calzini corti con un vestito. Grazie.
Lela Rose è una stilista americana che, ammetto, non conoscevo, ma, dopo una ricerca sulle sue passate collezioni, temo che da oggi contribuirà all’ampliamento del buco nero del mio conto perchè crea degli abiti stupendi. Ecco un esempio di una donna che ama le donne e quindi non le costringe in abiti striminziti e cortissimi per cui si presuppone che tu debba necessariamente essere altissima e priva di tessuto adiposo per poterlo indossare. Gli abiti di Lela Rose sono eleganti e sofisticati, gli abiti da giorni sono perfetti per un brunch in centro e un giro al museo con un fidanzato multimilionario che ti accompagna a fare shopping, e gli abiti da sera sono stupendi e romantici. Come? Non avete un fidanzato milionario che vi accompagni a fare shopping? Questo è un problema comune.
E ora eccoci arrivati a Jeremy Scott e alla sua voglia irrefrenabile di trasformarci tutti in fumetti viventi. Se non consideriamo il fatto che dovrebbero essere proposte per l’inverno, ma in realtà i vestiti non coprono neanche il minimo indispensabile per tenerci alla larga da una broncopolmonite, alcuni pezzi sono anche carini se hai 8 anni o se sei sotto l’effetto di allucinogeni. Ma guardando la sfilata, non è venuta anche a voi una gran voglia di rivedere Jem e le Holograms?
La settimana della moda di New York continua, il sesto giorno, con la sfilata di Tory Burch, una gran bella signora della borghesia americana che per un pò ha fatto la mamma e poi ha deciso, insieme al marito, di mettere su un’azienda di moda che porta il suo nome. Costruisce, così, da zero un brand e un’azienda che, in soli nove anni, supera il mezzo miliardo di euro di ricavi. Niente male per un’ex casalinga. La collezione invernale è una ventata di colore nelle giornate grigie in città. Lo stile è molto da signora chic che lascia i figli a scuola e passa il pomeriggio nel più bel glof club della città. Molto belli i completi giacca, gonna a vita alta e stivali e gli abiti lunghi con motivi geometrici dalle linee morbidissime. Ho apprezzato meno le tute a fiori che trovo molto di gusto americano (leggi cattivo gusto). Per il resto ci sono un sacco di cose che comprerei molto volentieri!
Ed ecco un’altra stilista italiana che ammiro molto: Chiara Boni che, con le sue creazioni, donerebbe femminilità a un boiler dell’acqua calda. Tubini meravigliosi che accompagnano il corpo della donna e la rendono femminile e sofisticata. Ho amato i suoi vestiti dal primo momento in cui li ho visti nel mio navigare on line alla ricerca di talenti italiani della moda e ora, i suoi vestiti, occupano tutte le mie wishlist on line. Quello che mi piace di più dello stile di Chiara Boni è la femminilità che trasmette. Credo che i suoi abiti abbiano la rara capacità, una volta indossati, di farti sentire immediatamente figa, qualsiasi sia la tua altezza e la tua taglia. Anche per il prossimo inverno la parola d’ordine è sempre la stessa ‘ESSERE DONNA E’ UNA COSA MERAVIGLIOSA’!
Scopro dell’esistenza dello stilista americano Dennis Basso, che ci propone degli abiti dal gusto molto americano (leggi di dubbio gusto). Abiti sottoveste con pelliccia leopardata, per esempio da indossare al pranzo con i suoceri, a completare l’outfit incomprensibili e maledetti sandali invernali, oppure abiti mini sottoveste in seta abbinati ad una pelliccia e stivali cuissardes che non si capisce in che occasione potere indossare il tutto, senza rischiare che ti fermino per chiederti informazioni sul tuo tariffario. Tanto pizzo, tanta pelliccia e tanta pelle, soprattutto quella in vista. Salvo le giacche a cappa, che sono un must già da un paio di stagioni e che sono sempre molto femminili e gli abiti da sera molto eleganti. Rimango con il dubbio dell’occasione d’uso del completo baby doll e pelliccia.
Adesso riordinate i capelli e rimettete a posto il trucco per la sfilata del signore della chicchitudine Oscar de la Renta. Di certo non ha bisogno di presentazioni questo grande stilista le cui collezioni sono semplicemente favolose, femminili e lussuose. Un uomo che è riuscito persino ad essere osannato dalla Crudelia Demon della moda, il temibile direttore di Vogue America Anna Wintour che non perdeva occasione di parlare bene di lui e addirittura impone ad Amal Alamuddin, un suo abito come abito da sposa. Di certo la moda ha perso un grande talento. Ora, con reverenziale silenzio, guardiamo le proposte per il prossimo inverno e ditemi se non vi viene immediatamente voglia di fare colazione da Tiffany con uno di questi meravigliosi completi per il giorno. Io poi da Tiffany ci farei anche pranzo e cena. La semplicità di alcuni accostamenti è disarmante nella sua bellezza come il dolcevita lineare con la gonna in pelle a ruota a vita alta e decollete. Avete notato i guanti? Discreti a coprire il dorso della mano e le dita, questi sono i particolari che rendono un look lussuoso: i particolare studiati per regalare femminilità.
La penultima giornata di sfilate a New York è un viaggio nel tempo e nello spazio.
Michael Kors ci riporta nei glamorous anni ’60 con lo stile hippies e il mood rock della sua collezione. Mi è tornata in mente l’icona degli anni ’60 Twiggy, considerata la prima top model al mondo e l’ispiratrice della minigonna. I mini dress di Michael Kors sono caratterizzati da stampe colorate e sono accostati ad enormi pelliccie di vari colori e stampe. Ho trovato stupenda la cappa in pelliccia con stampa floreale abbinata ad un completo semplice ma iper femminile: gonna longuette con spacco e pull con camicia con scollo tondo e maniche lunghissime. Belle le proposte di colore: bianco, azzurro, beige, senape. Per la sera pantaloni color argento, vestiti sfrangiati di paillettes neri o argento. Occhio perchè il vostro fidanzato potrebbe decidere di rubarvi la pelliccia per uscire. Cosa rubare dalle proposte di Kors: i pelliccioni, le camicie con i fiocchi super chic e la cintura in pelliccia che dona un particolare ricercato ad un look molto semplice. Non mi hanno fatto impazzire i jeans sfrangiati, che ho anche già visto tra i fashionistas che si aggirano intorno alle sfilate e trovo abbastanza di cattivo gusto e la cintura in catena color oro che tanto ricorda il peggio della moda degli anni ’90.
Evidenti le origini indiane dello stilista Naeem Khan che ci regala una collezione di abiti che ci portano nei lussuosi palazzi di Jaipur e Mumbai. Abiti lussuosi con fantasie geometriche e dai colori che richiamano la terra e il fuoco: il nero, il rosso, il viola e l’oro. Abiti stupendi, da vere regine. Il vestito a cappa con guanti in raso trasparente è una delle cose più eleganti che abbia mai visto, uno di quegli abiti che richiede come occasione d’uso dalla notte degli Oscar in su. Non c’è abito che non mi abbia fatto saltare dalla sedia per quanto era bello e questa è una delle cose che ci fa innamorare della moda: avere la possibilità di sognare attraverso gli abiti che vediamo, immaginare di indossarli e di poter vivere un sogno per un giorno.
E ora torniamo in America con la sfilata di DKNY, il brand fondato nel 1985 da Donna Karan e suo marito con l’obbiettivo di combinare il comfort all’eleganza del pret-a-porter. Ci sono riusciti? Probabilmente in altre collezioni si. Di certo non in questa in cui ho visto camicie talmente destrutturate da aver bisogno di un libretto delle istruzioni, giacche con cinture di sicurezza incorporate dalla dubbia utilità, pantaloni sovrapposti ad altri pantaloni uno peggio dell’altro. Non vedo dove sia il comfort e tanto meno l’eleganza. Il top del trash è il piumino imbottito corto che ‘copre’ un crop top trasparente da portare rigorosamente senza intimo (forse per questo il piumino è enorme, per compensare) con pantalone a saloppette e ‘comodissime’ cinture svolazzanti. Forse non avendo un animo da outfit sportivi non ho sono riuscita a cogliere gli spunti di questa collezione ma quando vedo un abito lungo in seta da sera indossato con degli stivaletti utili per raccogliere i funghi, mi si riempie il corpo di bolle rosse. Il colpo di grazia me l’ha dato il bomber a dir poco oversize con revers in pelo che copre una jumpsuit con una stampa apprezzabile sotto l’effetto di droghe e stivaloni militari. E addio femminilità.
Nell’ultimo giorno di sfilate a New York abbiamo visto Calvin Klein con una collezione di abiti minimal e femminili con qualche tocco fetish. Belli gli abiti con gli inserti in pelle, ho apprezzato meno gli abiti con stampa vichy e maniche a contrasto di due diverse stampe, il tutto ancora abbinato a pantaloni in fantasia a quadroni, robe da farti venire il mal di mare dopo tre minuti se parli con qualcuno vestito così. Anche Calvin Klein ci propone cinture svolazzanti come stelle filanti, potrebbe essere un modo per coreografare le nostre passeggiate in città con svolazzamenti mirati. Le stampe degli abiti mi hanno lasciata un pò perplessa soprattutto per gli inserti a ‘occhio’ al centro che un pò mi hanno inquietata.
La maison di couture J. Mendel è uno storico marchio di pellicceria francese attualmente sotto la direzione creativa di Gilles Mendel che rappresenta la quinta generazione dell’azienda e a cui va dato merito di aver re-inventato il concetto di pelliccia, trasformandolo in materiale leggero e versatile ma sempre simbolo di grande eleganza. Fine del momento Discovery Channel. Visto il preambolo è facile intuire che la pelliccia sarà un elemento molto presente nella collezione e in effetti è così ma non predomina sugli outfit, anzi aggiunge ulteriori spunti di eleganza. Bello il cappotto blu elettrico con pelliccia abbinato ad un completo con pantalone rosso e pull blu, chiccosissimi tutti i cappotti, anche gli smanicati, con pelliccia mai troppo ostentata. Molto belli gli abiti da sera, un applauso per il completo per la sera maglia e pantalone e stola in pelliccia, semplicemente perfetto. Un grosso enorme e deciso NO alle scarpe sabot a punta che spero non torneranno mai più di moda!
E adesso Bienvenue à Paris con la collezione di Ralph Lauren che è così di gusto francese che mi è venuta immediatamente voglia di un croissant! Sarà l’ora. Questa è la donna che vorrei vedere in giro per le strade, discreta e di grande classe. Per la sera completi da pistolera con giacche damascate, camicie bianche con grossi fiocchi a collo alto e cinturoni in vita. Super chic l’abito lungo nero con inserti in raso e maniche e colletto bianchi cosa può esserci di più semplice e di classe? L’ultimo abito in passerella è così bello che voglio stamparmelo e attaccarlo sulla scrivania per guardarlo tutti i giorni: pull dolcevita, gonna lunga, cinturone e stivali. Se avessi questo abito sarei una persona migliore, senza dubbio.
In questo periodo a Marc Jacobs le donne non devono stare tanto simpatiche viste le sue proposte per il prossimo inverno. Praticamente una versione gotic/fashion della sposa cadavere che ha avuto problemi di abuso di sostanze stupefacenti. Tutto è over: i pull dai quali sparisce completamente la figura femminile, gli stivali con maxi plateau utili per pulire le mensole in alto in casa ma non provate a correre per andare a prendere la metro se non volete provare l’ebbrezza di un trauma cranico. Per non parlare degli abiti che sono così maxi da dare l’illusione che la testa, minuscola, spunti da una montagna di abiti. Si vede anche chiaramente dalle facce delle modelle, truccate con lo stesso effetto del risveglio post sbornia senza aver tolto il trucco, la gioia che trasmette indossare questi abiti. Cosa salvo di questa sfilata: le borse e la maxi mantella color petrolio (non so se si è capito che ho un problema di dipendenza da mantelle). Dai Marc che tutto si sistema.
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Rossella de Palo
Tag:fashion week, moda, stile, stilista